DivingDISTORSIONE DI CAVIGLIA

12 Giugno 2020

La distorsione di caviglia rappresenta uno dei traumi maggiori per frequenza e recidiva e per difficoltà nella risoluzione dei sintomi.

Come sempre, è l’approccio terapeutico olistico che ottiene il massimo del risultato.

Analizziamo il tipo di trauma:

  • Trauma distorsivo, coinvolgimento di strutture muscolo tendinee, legamentose ed ossee
  • Direttamente proporzionali all’entità del trauma, dei tessuti coinvolti, dei danni procurati, si presentano alti indici di flogosi
  • Impossibilità o limitazione al carico, quindi alla camminata, se non con supporto ortopedico
  • Due tipologie: inversione (la più frequente) ed eversione.
  • Coinvolgimento di tutti i gruppi muscolari che gestiscono la caviglia: anteriori (tibiale e peronieri, estensori delle dita) laterali (peronieri) posteriori (soleo, tricipite surale, muscoli flessori delle dita)

Ipotizziamo quali condizioni possano predisporre a questo tipo di trauma:

Se in partenza la muscolatura che gestisce il piede non è ben bilanciata in termini di lunghezza fra catena anteriore, posteriore, crociata interna ed esterna, ne consegue un non corretto rapporto fra le ossa di caviglia e piede. Questo rappresenta una condizione che predispone alle distorsioni poiché si creano delle aree di resistenza maggiore, ed altre di debolezza.
Nello specifico, il sistema biomeccanico del piede, quando è vittima di muscoli accorciati, si avvita su sé stesso come d’altronde tutto l’arto inferiore. Avvitandosi si atteggia in pronazione, flessione plantare ed adduzione. Questi sono esattamente i parametri sulla base dei quali avvengono la maggior parte delle distorsioni, ossia quelle in inversione. Tale atteggiamento induce una facilitazione in quella direzione, ciò rappresenta una debolezza.

Con molte probabilità, mi sento di dire che era già presente una condizione di predisposizione alla distorsione in tutti quei casi in cui la distorsione è avvenuta senza traumi diretti imprevisti, ma piuttosto simili ad un inciampo.

Analizziamo quali aspetti bisogna considerare nel piano di trattamento:

non è possibile innanzi tutto concentrarsi su un solo gruppo muscolare, poiché l’adattamento è avvenuto in sinergia. Andranno trattati tutti. O il risultato positivo sarà compromesso o parziale.

  • Azione tempestiva antiinfiammatoria e elettrofisica
  • Inibizione muscoli in over-working
  • Mobilizzazione e riposizionamento osseo articolare
  • Propriocezione in scarico fine della caviglia e dell’avampiede
  • Drenaggio fluidi
  • Propriocezione in carico per dialogo con il resto del corpo

Linee guida del trattamento:

  • Inibizione muscolatura e fibrolisi
  • Riposizionamento osseo concesso
  • Esercizio propriocettivo fine
  • Stretching loco-regionale e globale
  • Esercizio propriocettivo globale

Cosa NON considero utile o corretto :

  • Lavoro in acqua, scarsamente efficace
  • Lavoro di propriocezione in carico senza riposizionamento osseo
  • Ausilio di cavigliere bloccanti durante l’attività
  • Allenarsi in corso di dolore o di problematica non risolta

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